CALCIO
20 Agosto 2014 - 20:13
Antonio Conte e Carlo Tavecchio
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In pochi giorni il calcio italiano ha rinnovato i suoi vertici politici e tecnici. Carlo Tavecchio, 71 anni e alcune colossali gaffes alle spalle - quella dei giocatori stranieri mangia-banane è solo l'ultima (e in merito l'Uefa ha aperto un'inchiesta) - è riuscito a farsi eleggere presidente della Federazione proponendosi come il nuovo che avanza e avendo contro l'associazione dei calciatori e degli allenatori. E Antonio Conte è diventato il commissario tecnico della Nazionale dopo il quadriennio targato Prandelli.
Se da un lato l'elezione di Tavecchio ha il sapore della manovra 'blindata' dal Palazzo e anche per questa ragione ha lasciato perplessi molti appassionati che avrebbero preferito un cambio generazionale drastico, rappresentato da Demetrio Albertini, l'avvento di Conte sulla panchina azzurra - una volta spezzato il legame con la Juventus - era nell'aria e auspicato un po' da tutti. Al di là delle simpatie o delle antipatie di bandiera Conte è un grande allenatore, superlativo a livello tecnico-tattico, capace come pochi di leggere la partita e di cambiarla con le sue mosse ma anche in grado di motivare al massimo il gruppo di cui dispone, qualità fondamentale per un ct della Nazionale.
L’Italia del calcio, dunque, 'investe' su Antonio Conte. Beh, visto il contratto che l'entourage dell'ex allenatore bianconero è riuscito a strappare, è proprio il caso di dirlo. L'uomo che vive la sconfitta come “una morte apparente” e che se deve scegliere preferisce “un grande uomo a un grande giocatore”, per guidare la nazionale italiana reduce dalla disfatta brasiliana, grazie al contributo dello sponsor tecnico Puma, guadagnerà 8 milioni netti in due anni (9 in caso di qualificazione all’Europeo): è il tecnico azzurro più pagato della storia e ovviamente il primo ad usufruire della formula dell’intervento dello sponsor che 'aiuta' la Federazione Gioco Calcio a pagare l'ingaggio.
Una scelta che fa discutere. Si può essere d'accordo o meno sulle modalità che hanno portato alla 'costruzione' di un contratto inedito ma l'interrogativo che ritengo più interessante e inquietante è quello che investe la Federcalcio. In questa occasione l'organo calcistico più importante è stato parzialmente svuotato dal suo ruolo: per scegliere Conte ct dell'Italia la Figc in buona sostanza ha dovuto attendere il 'via libera' dello sponsor. Si tratta di un precedente pericoloso che, nella migliore delle ipotesi, mette in evidenza una Federazione debole.
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