CALCIO
11 Maggio 2022 - 05:20
CREMA - C’è un modo originale per instillare la passione per un territorio e per le sue bellezze paesaggistiche e artistiche, anche in chi lo vive, ma magari è distratto da mete più esotiche senza accorgersi che il vero tesoro è «dentro» casa: raccontare il fascino della storia e dei suoi misteri ancora irrisolti, della natura e delle sue suggestioni sotto forma di thriller. Anna Zanibelli, scrittrice di Trigolo, lo ha fatto con il giallo «Sotto il segno del drago», romanzo storico ambientato tra Medioevo e giorni nostri, tutto cremonese e, soprattutto, Cremasco. Lo presenta nella videorubrica «Tre minuti un libro», curata da Paolo Gualandris, in rete da oggi sul sito www.laprovinciacr.it.
Ha scritto più per amore del genere letterario o per amore del territorio? «Per amore di entrambi - risponde sorridendo-. Sono una grande lettrice soprattutto di questo genere, ma ci ho messo anche la passione per la mia terra, per la sua storia e per le sue leggende e i suoi misteri. Sono tanti i luoghi che meritano di essere valorizzati, siamo circondati da gioielli assolutamente fantastici».
La vicenda trova le sue radici nel XIII secolo, epoca in cui alcuni Catari sopravvissuti allo sterminio del sud della Francia fuggono in pianura padana, portandosi appresso il leggendario tesoro dei templari. Perseguitati in nome della lotta all’eresia, sceglieranno la morte piuttosto che rivelare dove è stato nascosto. Si perde così ogni traccia del tesoro nelle paludose terre del lago Gerundo, custodito dal drago Tarantasio. Un oblio durato fino ai giorni nostri, quando il professore cremasco storico dell’arte Ermete Bianchessi fa scoperta che gli costa la vita. Tea, Giorgio e Daniel, gli ultimi ad aver parlato con lui, si ritroveranno coinvolti in un intrigo che lega Leonardo da Vinci, il tiranno Ezzelino III da Romano e le famiglie Visconti e Sforza. Un’avventura in lotta contro il tempo, dove medievale e contemporaneo si fondono, sulle tracce di un incredibile segreto.
Un testo ricchissimo i descrizioni delle antiche chiese, palazzi e castelli di Crema, Castelleone, Soncino, Pandino, Cremona e di citazioni storiche. Dietro tutto questo un grande lavoro di ricerca, come ammette l’autrice: «Ho impiegato tre anni per scrivere questo libro, spulciato decine di testi e avuto tanti incontri con storici ed esperti».
Il drago di cui si parla è Tarantasio. Si dice che abbia popolato l’antichissimo e leggendario lago Gerundo che si estendeva tra le province di Milano, Lodi, Bergamo, arrivava fino al confine con Cremona, «ma naturalmente in questo libro ci concentriamo soprattutto sul cremonese e sul cremasco. Sotto il segno del drago c’è un mistero ma soprattutto un tesoro che è nientemeno che il leggendario lascito dei templari che, ed è questa è la tesi che sviluppa nel mio libro, potrebbe essere ancora nascosto proprio nella nostra provincia e potrebbe essere ancora qui. Perciò via con le ricerche...». Naturalmente come ogni thriller che si rispetti, nel romanzo si trovano una una storia d’amore, azione, inseguimenti nella notte, scontri all’arma bianca, cadaveri. Ma ci sono soprattutto i gioielli architettonici del territorio. «Noi siamo ricchi di tante meraviglie, il libro che si snoda tra Cremona, Soncino, Pandino, Crema e Castelleone, centri con grande rilevanza storica, ma sono citati anche piccoli paesi ricchi di meraviglie. Non siamo abituati a dargli grande peso perché sono sotto i nostri occhi tutti i giorni, li diamo un po’ per scontati».
In pagine suggestive, racconta di una piccola chiesa di Crema aperta abusivamente nella notte, teatro del momento clou del romanzo. Per raccontarne l’atmosfera l’autrice c’è stata, al calare del sole. «Era sera tardi - ricorda-. È una chiesa molto particolare ora gestita dagli ortodossi e rappresenta un collegamento con il sud della Francia perché su un architrave dell’ingresso c’è una scritta molto particolare che poi leggendo si scoprirà essere incisa anche nel sud della Francia, in uno dei luoghi dove si dice sia passato un una parte del tesoro dei templari: è Santa Annunziata, in via Crocifisso di rosa».
Altro luogo centrale è Santa Maria in Bressanoro, «che mi ha colpita sopratutto per il misticismo che vi si respira. Sono stata abituata a visitarla sin dall’infanzia». Uno scenario perfetto per riunioni dei Templari: «Effettivamente ricorda molto le atmosfere medievali che io descrivo. Ma c’è di più: il testo è ambientato nei mesi invernali perciò descrivo questo luogo suggestivo e immerso nella nebbia. L’ideale... Proprio qui ho avuto la fortuna di poter entrare in contatto con uno di questi ordini, bergamasco, che svolge proprio qui a Santa Maria in Bressanoro le sue cerimonie di investitura. Assistere a un loro incontro mi ha consentito di costruire i miei personaggi». Un lavoro storico tanto ben fatto da valere a Zanibelli il titolo di Cavaliere dell’Ordine Cremasco di Tarantasio del lago Gerundo.
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